La sfida delle rifiniture nella progettazione meccanica

La sfida delle rifiniture nella progettazione meccanica

Per il progettista meccanico, l’assemblaggio ed il collaudo della macchina sono la parte più difficile di un progetto, non perché sia direttamente coinvolto in queste attività, o perché questi ultimi passaggi, come ad esempio dare qualche informazione sfuggita nella messa in tavola, oppure verificare una sostituzione per una irreperibilità, necessitino di una così grande abilità nella progettazione ma perché, se hai fatto il tuo lavoro, tutta la maestria è già stata messa in atto.

È durante l’attività di assemblaggio, e del collaudo poi, che il progettista non può fare altro che constatare, se le scelte fatte, i compromessi accettati e i dimensionamenti eseguiti si concretizzano correttamente nel mondo fisico.

È durante l’attività di assemblaggio della macchina che ogni errore, rimasto fino a quel momento nascosto tra le tante tavole si manifesta impietosamente.

Come progettista concentro sullo sviluppo del progetto tutto il mio impegno affinché le attività di montaggio e di collaudo possano scorrere senza intoppi. Ma l’impegno da solo non basta. È necessario mettere in atto tutta la maestria. Sono necessarie la competenza e l’esperienza per eliminare gli errori di valutazione, ma soprattutto prevedere tutto quello di cui si avrà bisogno e come poter compensare le variazioni dalle condizioni nominali.

Sono necessarie metodologie e strumenti con i quali poter almeno ridurre gli errori dell’ufficio tecnico, le cosiddette sviste.

È necessario eseguire in prima persona delle ispezioni periodiche in produzione per verificare, almeno per i componenti più difficili da lavorare, che tutto stia procedendo nel modo corretto. Ad esempio è necessario verificare che il piazzamento nelle macchine utensili sia corretto e che siano congruenti con la catena di tolleranza definita sulle tavole.

È necessario mettere in atto tutta la maestria.

Passare dall’idea di una macchina alla macchina non è semplice, soprattutto se vogliamo che tutto vada per il meglio alla prima, senza che siano necessari aggiustaggi e rilavoraizoni.

La progettazione moderna ci mette a disposizione tanti strumenti molto potenti, ma rimangono degli strumenti. Per ottenere un buon lavoro, è necessaria la maestria.

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Titolare della Innomec Studio di Ingegneria

L'Ing. Paolo DI CLAUDIO nel 2008 si diploma con il titolo di "Dottore di Ricerca in Ingegneria Meccanica - Progettazione Meccanica" presso l'Università degli Studi dell'Aquila con la tesi di Dottorato: “Sullo studio dei fenomeni termomeccanici che avvengono durante la trasformazione delle SMA” relatore: Prof. Ing. Antonio DE PAULISDurante gli anni del corso di Dottorato approfondisce temi adiacenti la progettazione meccanica, quali: metodi ed approcci in progetti di Ricerca e sviluppo, modelli matematici di calcolo degli stati tensionali, modellazione avanzata mediante il Metodo agli Elementi Finiti, progettazione pneumatica, materiali compositi, Analisi FEM di materiali compositi, Analisi NON LINEARE di materiali compositi mediante metodologie FEM, Sviluppo di algoritimi per l'analisi FEM, Ricerca e Sviluppo di prodotto.Nel 2004 si Laurea in Ingegneria Meccanica presso l'Università degli Studi dell'Aquila con la tesi "Sviluppo di un robot Master-Slave per l'inserimento di cateteri con feedback di forza"Tra Ottobre del 2002 e giugno 2003 sviluppa il progetto di tesi di laurea presso lo Shibaura Institute of Techonlogy di Tokyo, Relatore Prof. Eng. Takashi KOMEDA. Nel 2004 vince il concorso per il Dottorato di Ricerca XX-Ciclo presso L'Università dell'Aquila.