La Specifica di Standardizzazione: a cosa Serve?

La Specifica di Standardizzazione: a cosa Serve?

La Specifica di Standardizzazione è il mezzo più rapido ed efficace con il quale l’Azienda, intesa come l’insieme delle figure professionali che la compongono, può indirizzare e supportare le attività di progettazione mediante suggerimenti disciplinati e perfettamente integrati con le attività del progettista.

Il supporto fornito mediante le Specifiche di Standardizzazione, ovviamente, non è legato all’attività di dimensionamento, che resta un’attività esclusiva della progettazione, ma fornisce al progettista suggerimenti scaturiti da valutazioni Aziendali di tipo economico e strategico. La peculiarità della Specifica di Standardizzazione è quella di rendere le indicazioni facilmente accessibili e disponibili quando il progettista ne ha bisogno, anziché essere presentate in modo asincrono rispetto alle attività di progettazione.

Per comprendere meglio il vantaggio che si ha con l’uso delle Specifiche di Standardizzazione, possiamo prendere in considerazione due tipiche situazioni che trovo molto spesso nelle Aziende che richiedono una mia Consulenza, che sia di progettazione o di organizzazione dell’Ufficio Tecnico.

Il primo esempio che voglio riportarvi riguarda la situazione che nasce ogni qualvolta l’Ufficio Acquisti stringe un accordo commerciale con un fornitore e comunica all’Ufficio Tecnico di prediligere l’uso di un determinato marchio o una specifica famiglia di prodotti. Generalmente questa informativa viene diffusa con una email del venerdì pomeriggio, ed una volta stampata, rimane ad invecchiare tra gli appunti del progettista, lasciando così che l’indicazione si perda e non venga tenuta in considerazione nelle fasi progettuali, vanificando, in questo modo, gli sforzi e le pianificazioni del Direttore Strategico.

L’altro esempio coinvolge la gestione del magazzino delle Materie Prime e dei semilavorati. Se l’Ufficio Tecnico non riceve indicazioni sui formati preferenziali della Materia Prima, o dei semilavorati, il progettista, generalmente, individua il formato della materia prima dal dimensionamento delle parti. Ovvero sceglie il formato della Materia Prima superiore più vicino a quello derivato dal calcolo. Questo processo, ovviamente, da un punto di vista puramente progettuale e di dimensionamento è corretto, ma non tiene conto di tutti gli aspetti Aziendali. Questa libertà, infatti, genera una molteplicità incontrollata dei formati necessari alla produzione. Contribuendo così ad avere un magazzino delle Materie Prime, e dei semilavorati, con un numero sempre maggiore di articoli a bassa rotazione. Basti pensare, banalmente, alle innumerevoli misure del diametro dei perni che mediamente una qualunque Azienda costruttrice di macchine impiega sui propri prodotti.

Le inefficienze raccontate nei due esempi, insieme a tante altre, possono essere eliminate mediante l’adozione delle Specifiche di Standardizzazione su una piattaforma dinamica e ben integrata con le attività del progettista. Rompendo la barriera di accesso ai dati, il progettista non colleziona più semplicemente comunicazioni isolate dalle sue attività, ma trova tutte le indicazioni, da parte dell’Ufficio Acquisti o del Direttore Strategico, riportate in maniera sintetica ogni volta che ricerca informazioni su una categoria di prodotti, che siano essi i DataSheet, disegni 3D o semplicemente la BOM di una macchina eseguita in precedenza.

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Titolare della Innomec Studio di Ingegneria

L'Ing. Paolo DI CLAUDIO nel 2008 si diploma con il titolo di "Dottore di Ricerca in Ingegneria Meccanica - Progettazione Meccanica" presso l'Università degli Studi dell'Aquila con la tesi di Dottorato: “Sullo studio dei fenomeni termomeccanici che avvengono durante la trasformazione delle SMA” relatore: Prof. Ing. Antonio DE PAULISDurante gli anni del corso di Dottorato approfondisce temi adiacenti la progettazione meccanica, quali: metodi ed approcci in progetti di Ricerca e sviluppo, modelli matematici di calcolo degli stati tensionali, modellazione avanzata mediante il Metodo agli Elementi Finiti, progettazione pneumatica, materiali compositi, Analisi FEM di materiali compositi, Analisi NON LINEARE di materiali compositi mediante metodologie FEM, Sviluppo di algoritimi per l'analisi FEM, Ricerca e Sviluppo di prodotto.Nel 2004 si Laurea in Ingegneria Meccanica presso l'Università degli Studi dell'Aquila con la tesi "Sviluppo di un robot Master-Slave per l'inserimento di cateteri con feedback di forza"Tra Ottobre del 2002 e giugno 2003 sviluppa il progetto di tesi di laurea presso lo Shibaura Institute of Techonlogy di Tokyo, Relatore Prof. Eng. Takashi KOMEDA. Nel 2004 vince il concorso per il Dottorato di Ricerca XX-Ciclo presso L'Università dell'Aquila.